martedì 30 aprile 2013

Moda e stile nell'accoglienza

Ho voglia di parlare di un fantastico week-end a Venezia dove ho avuto il piacere di pernottare al Gritti Palace.

Prima di partire con la mia critica oggettiva tengo a informare i lettori che una notte con colazione al Gritti Palace parte da 500 euro a salire, perciò se si spende una tale cifra é perché si vuole avere un trattamento con i fiocchi.

Iniziamo con l'accoglienza che, per mia fortuna, avendo un marito aitante, che porta una valigia come io posso portare un portafoglio, non ha avuto difficoltà con la mano libera ad aprire la porta a vetri del Gritti e a dirigersi a un fantastico bancone dietro al quale 2 omini, perfettamente vestiti da Gritti palace, ci hanno indicato (nel senso proprio di sollevare la mano destra e con il dito indice darci le coordinate) dove recarci per le operazioni di registrazione.

Una gentilissima signorina dopo le noiose formalità prima di accompagnarci alla nostra stanza ci ha chiesto se avevamo bisogno di un aiuto per la valigia e mio marito, punto sull'orgoglio di maschio, ha risposto che ce la faceva benissimo. Ora io dico, lasciamo perdere il fatto che nessuno ti apra la porta, ma che addirittura non si presenti nessun fattorino per prendere in automatico la valigia, la trovo una caduta di stile terrificante.

Sorvolo sulla stanza che era molto carina e accogliente con un letto comodissimo e una commovente vista sul Canal Grande,  perchè voglio parlare del tendone della terrazza del Gritti che, per il gran sole, era stato aperto e che cosa vedo con mio grande orrore: non solo era sporchissimo ma in molte parti era addirittura bucato e strappato!!!!!! Mentre per qualsiasi altro albergo questa pecca non l'avrei per niente notata, al Gritti palace l'ho trovata un'altra caduta di stile spaventosa!!!!

All'ora di cena una pioggia torrenziale ha iniziato ad abbattersi su Venezia perciò ci siamo diretti alla reception per farci dare un ombrello in contemporanea con una coppia di stranieri che, quando anche loro hanno chiesto in molto molto educato un ombrello, sono stati richiamati sgarbatamente dall'omino del Gritti ad aspettare il loro turno.

Ma le meraviglie non finiscono qui: come colonna sonora della mia colazione sulla terrazza (immaginatevi di essere sul Canal Grande, le gondole che passano silenziose, il sole ancora tiepido della mattina) penseresti di avere  Bach o Vivaldi oppure Chopin. Purtroppo niente di tutto questo: abbiamo avuto il piacere di ascoltare le lamentele di due camerieri sui giovani di oggi. Da non credere!!!!!

E per finire, al momento di accomiatarci dall'albergo sempre con mio marito che portava la valigia, nessuno ci ha aperto la porta e tantomeno gli omini hanno borbottato un saluto.

A questo punto io mi chiedo ma lo stile dove é finito? Ma perché oasi, un tempo di classe e di grande capacità di coccolare l'ospite con discrezione come era il Gritti Palace, hanno preferito e preferiscono scegliere lo stile di accoglienza da autogrill?  

mercoledì 10 aprile 2013

Noi, carbonare del terzo millennio

La classe non é acqua!

Questa frase che sembrerebbe scontata purtroppo di scontato ha ben poco. Molti credono che classe sia sinonimo di griffe e niente é più falso di questa credenza. In questo mondo di veline e calciatori, si é convinti che se si ha qualcosa di firmato si abbia la chiave per permettersi comportamenti a dir poco cafoneschi.

Questo mio pensare é nato da un giro che ho fatto pochi giorni fa in una delle vie più belle di Milano, Montenapoleone. Era da molto tempo che non ci andavo ed é stata una esperienza unica al temine della quale temevo che mi chiedessero di pagare qualche cosa per lo spettacolo circense a cielo aperto che si aggira per una delle vie che una volta aveva conosciuto ben altri splendori. Quante caricature di Paris Hilton, di Lapo Elkann, di Corona (già loro sono tristi, figuriamoci le loro caricature!), tutti agghindati con autentici falsi e tutti forniti di occhialoni scuri (anche quelli farlocchi). Una cosa  in particolare mi ha molto colpito: si muovono tutti allo stesso modo; vengono avanti  come dei tori in corsa e, se non stai attento e veloce a spostarti, ti travolgono lasciandoti sul marciapiede rantolante e, senza neanche chiedere scusa, ti guardano pure infastiditi!

Perciò noi comuni mortali, cresciuti con la base di una sana educazione all'antica, che spegniamo la luce quando usciamo da una stanza, che intercaliamo il nostro parlare con un "per favore", "grazie", "posso"  ci ritroviamo a convivere in un modo surreale dove il burino di turno, tatuato come un calciatore e addobbato come un gangster molla sul marciapiede la sua Bentley (comprata a rate), fregandosi di tutti, e dove la velina, vestita da gran sera, alle 10 di mattina ti passa davanti alla coda della cassa del bar con quello sguardo tipico delle mucche quando vedono passare un treno.

Basta! é arrivato il momento di dire basta! Ci stanno ghettizzando senza che noi riusciamo a reagire a questa maleducazione imperante!!!! Dobbiamo unirci in una sorta di carboneria dove fieri dei nostri valori, ognuno nella propria sfera di azione (sul posto di lavoro, dal parrucchiere, con il proprio vicino di casa), obblighiamo i nostri interlocutori ad interagire con noi solo nel modo in cui siamo stati abituati. Non abbiamo paura di pretendere l'educazione. Come c'é l' Accademia della Crusca così noi insieme potremmo dar vita all' Accademia delle Buone Maniere!